Terzo trekking al Raudfjorden
17 luglio: escursione sulla neve con le ciaspole e avvistamento dell’orso polare
Terza escursione al Raudfjorden. Ciaspolata sulla neve fino al primo pomeriggio nella Richard Valley accanto al Richard Lake e poi passeggiata sulla spiaggia fino alla Raudfjordhytta. Incontro con l’orso prima dell’imbarco.
La mattina il tempo è ancora brutto. Il cielo è sempre nuvoloso. Facciamo colazione e ci prepariamo i panini per il pranzo, poi usciamo perché ci aspetta un’escursione con le ciaspole.
Escursione con le ciaspole
Per me è la prima volta. Le ciaspole, di tre tipi differenti, sono in ordine vicino alla tenda più piccola. Le proviamo e quindi ognuno se ne prende un paio, da portare con sé fin quando comincia il tratto innevato.
Ci dirigiamo oltre la tenda più piccola, parallelamente alla spiaggia, e poi puntiamo a nord, dove comincia la neve. Là ci infiliamo le ciaspole e cominciamo la nostra camminata.
Dopo un breve tratto la ciaspola destra mi dà qualche problema. La punta del piede si infila in uno dei fori e la deambulazione non è lineare. Così, durante una pausa, la mostro a Bjorn, che me la fa stringere meglio.
Non sembra difficile camminare con le ciaspole. Procediamo in fila indiana uno dietro l’altro, in silenzio e circondati dal bianco.
A tratti facciamo delle pause, fino a fermarci per il pranzo dove la distesa di neve incontra un pendio roccioso. Là lasciamo le ciaspole e, sotto una leggera ma persistente pioggia, ci arrampichiamo fino alla cima della collinetta.
Trovo un posto su cui sedermi, accanto a una grossa roccia, e là consumo il mio pasto e bevo il mio tè caldo. Di fronte a noi il bianco dei terreni innevati crea uno stacco nitido col grigiore del cielo.
Dopo mangiato ci rimettiamo in marcia per il ritorno. Ai piedi della collinetta riprendiamo le nostre ciaspole, ce le infiliamo ai piedi e ripartiamo.
La Raudfjordhytta
Arriviamo al campo prima del solito. Così Astri ci propone di fare una passeggiata sulla spiaggia fino alla Raudfjordhytta. In tre accogliamo favorevolmente quella proposta: io, Kent e Eva.
Durante il percorso raccogliamo sporcizia portata dal mare e la mettiamo in un sacco, per buttarla al campo. In un punto rialzato rispetto alla spiaggia troviamo un vecchio timone di legno, appartenuto a chissà quale nave.
In breve raggiungiamo la Raudfjordhytta, per fare poi ritorno al campo.
Si comincia così a preparare la partenza: pulizia delle tende e preparazione dei bagagli. Per circa un’ora nevica: piccoli fiocchi di neve che si sciolgono al contatto col terreno bagnato dalla pioggia.
Fu quando avevamo ormai finito di sistemare ogni cosa, i bagagli tutti raggruppati vicino al recinto per il fuoco e la nave ancorata al largo, che arrivò l’orso. Veniva da nord ovest, dalla spiaggia che poco prima avevamo percorso tornando dalla Raudfjordhytta.
Arriva l’orso polare
Camminava deciso, noncurante degli umani che da lontano l’osservavano e che sicuramente aveva già fiutato. Attraversò la spiaggia per tutta la lunghezza del nostro campo per deviare poi a nord e fermarsi sulla neve, in attesa di chissà cosa.
Le guide ci radunarono tutti in gruppo, per avere la situazione sotto controllo. E, visto che l’orso non accennava ad andarsene, Bjorn sparò un colpo con la penna esplosiva, per spaventarlo. Cosa che non successe…
Anzi, l’orso si adagiò sulla neve, poggiando il muso sul terreno bianco come se volesse schiacciare un pisolino.
Nel frattempo i gommoni erano stati calati dalla nave e avevano cominciato ad arrivare. Così portammo i nostri bagagli a riva e li caricammo dentro. Poi abbandonammo il nostro primo campo, diretti alla nave.
Il secondo gruppo di trekking, come abbiamo saputo poi, ha avuto un ottimo bear watching: l’orso è restato fermo in quel punto per tutta la notte e parte del giorno dopo.
Con la soddisfazione di avere avvistato l’orso polare e col freddo dell’artico addosso terminava un altro giorno alle Svalbard.
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